Grido di Donna 2025 | Dolcedo | Italia


 

L’unione fa la forza, è un antico detto popolare italiano che in questo caso glorifica il lavoro di squadra, la forza della collaborazione che costruisce la forza della comunità per migliorare la relazione con se stesso e con l’altro. Vicini o lontani, per esporre ed estendere la nostra consapevolezza, la nostra coscienza.

Ci vuole una comunità per crescere un bambino: questo proverbio africano potrebbe essere un detto ancora più appropriato e calzante per descrivere il potere della collettività e della piattaforma Woman Scream. Il tema della quindicesima edizione del festival globale  Woman Scream (Grido di Donna) di quest’anno si concentra infatti sul tema del matrimonio infantile. Il suo titolo: Non è un Gioco, ci ricorda che il matrimonio infantile è ancora una realtà. Ci ricorda che in molte parti del mondo la parola bambino descrive una dura condizione fisica/psicologica di sofferenza spesso dimenticata. I diritti dei bambini, il loro diritto alla libertà, alla scelta, il diritto al loro corpo, al loro benessere, alla loro vita: i diritti dei bambini sono la base e il pilastro di ogni società sana.

 


È attorno a questo tema che la città di Dolcedo e la costellazione dei suoi villaggi circostanti si sono riuniti in solidarietà con ciò che la scrittrice femminista Bernardine Evaristo definisce ragazze, donne, altro. Gli eventi di comunità sono essenziali per interconnettere nuove visioni di giustizia e amore verso cui c'è ancora molto lavoro da fare.

Il 30 marzo, in chiusura del mese delle donne, Anja Steinhauer, Claudi Piripippi, Eva Onnen-Saelens, Eva Raabe-Lindenblatt, Giovanna Lupi, Ivana Lupi, Laura Maineri, MariaLaura Di Persio, Piera Benza, Pierangela Fierro, Rossana Rubino, Silvana Morano e Stefania Bosi hanno esposto le loro opere. Alcune ispirate perché arrabbiate per la brutalità che i bambini subiscono ancora, altre persino creando nuove opere sensibili al tema. Un tema difficile questo, che tocca profondamente l'emotività, la coscienza dell'immaginario femminile di tutte le età.

Ritratti di bambini, spine e rose, Madonne e spose di diverso genere. Tutte perfettamente inserite nello spazio, come se l'antico forno le chiamasse, o viceversa, le opere aspirassero al forno, per accoglierle come avveniva con le donne che un tempo cuocevano la scorta mensile di pane.

 


Acquarello, acrilici, carboncino, collage, cartapesta, riciclaggio, oggetti trovati, tessuti, media basati sul tempo, pittura e scrittura, poesia e collage, scultura e performance, video e installazione, questa volta generi, tecniche, materiali e mezzi diversi hanno rappresentato diversi punti di vista, sensibilità e interpretazioni. Eppure tutti erano presenti e contribuivano con qualcosa.Se non con l'arte, allora con la creazione di deliziosi cibi fatti in casa, dolci e salati: torte, biscotti, brownies, pizza, focaccia, frittata. Bariste improvvisate preparavano drink e Spritz. Adolescenti, di mezza età, anziane— donne, che allestivano, decoravano, offrivano un banchetto festoso ma consapevole.

Per non parlare di tutti i bellissimi fiori donati dai produttori agricoli locali: bouquet di ranuncoli colorati, di calle, composizioni di fiori di Cipolle e Boragine selvatiche con foglie di Alloro e rosmarino.

Quest'anno anche il DJ Nilo è venuto con tutta la sua attrezzatura rendendo l'evento ancora più memorabile con la musica, mentre il fotografo Angelo ha offerto le sue abilità come paparazzo, e Franco con Natalino e Giorgio come tecnici. Tutto è stato amorevolmente supervisionato da Monica Orengo (presidentessa dell'associazione culturale di Dolcedo U caso Novu) che ha tenuto un bellissimo discorso introduttivo, assicurandosi che ogni aspetto fosse curato.

In attesa del giorno, l'intera città era tappezzata di volantini promozionali di WS che Michel ha così generosamente stampato. Ogni angolo della Val Prino ne esponeva uno, con ristoranti e bar che ne volevano di più per sostenere l'evento a modo loro.

 


Così abbiamo iniziato a incontrarci alle ore 15:00, sole e aria primaverile, il tempo e la Terra che tenevano l'evento insieme a noi. L'interno e l'esterno dell'antico forno del pane comunale di Dolcedo erano animati da attività, persone che contribuivano con qualcosa, formavano comunità, venendo a festeggiare, ad incontrarsi, per sostenere, per imparare ma anche per trarre beneficio dalla causa.

Il pomeriggio è proseguito con una video performance (Claudi Piripippi), seguita dalla lettura di una storia che racconta il matrimonio straziante di una bambina (testo scritto da Ivana Lupi e magistralmente letto da Giovanna di Bellissimi), seguita da Rete Interattiva, un'installazione partecipata che prevede la tessitura di una rete poetica di simboli (Anja Steinhauer ed Eva Onnen-Saelens). Il brusio è durato fino alle 19:30.

 


La mostra sarà estesa per un altro weekend. Grazie Woman Scream per questa opportunità.

 

Claudi Piripippi
Coordinatrice volontaria WS Dolcedo 2025


Trova maggioi informazioni sull'evento qui.

 


Share on Google Plus

0 commenti: